“Gli opinionisti”, di Mario Borghi, Le Mezzelane editore, recensione a cura di vito ditaranto.

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“Gli opinionisti”, di Mario Borghi, Le Mezzelane editore, recensione a cura di vito ditaranto.

 

“Il pazzo, l’amante e il poeta non sono composti che di fantasia.”
(Sogno di una notte di mezza estate- William Shakespeare)

 

Avevo iniziato la lettura di questo romanzo in maniera titubante, ma qualcosa dentro di me mi spingeva a leggerlo.
Osservando e leggendo l’incipit mi son sentito come quando sei seduto su una sedia e ti sporgi all’indietro fino a restare in equilibrio su due gambe della sedia e poi ti sporgi troppo e stai quasi per cadere ma all’ultimo momento riesci a riprenderti? Io mi sono sentito così per tutta la durata del libro.
“Gli opinionisti” è un’opera pensata per essere messa in scena.
Nella giornata di ferragosto una piccola corte dei miracoli composta da personaggi di diversa provenienza ed estrazione culturale e sociale popola un salotto. Opinioni diverse, storie diverse, il tutto discusso partendo da dei foglietti, ove i vari protagonisti esprimono le proprie idee.
La società costringe gli individui ad apparire rispettabili, obbedendo a precisi codici di comportamento; in realtà tutto è permesso purché si salvino le apparenze. La vicenda trascende, nel suo giuoco beffardo, la realtà dell’ambiente, ma non si sarebbe potuta realizzare al di fuori di quella. “gli opinionisti”, di Mario Borghi, è prettamente un testo teatrale, quindi, l’autore non narra i fatti ma scrive essenzialmente battute e note sceniche; non vi è dunque voce narrante e il testo è tutto in discorso diretto.
L’opera è uno spettacolo di scambi e di rimandi, dove la vita altra si fa materia impalpabile eppure concreta, nutrita dal respiro di chi la vive e di chi la pensa. Stupore, commozione, gioia, riflessione, turbamento: un insieme di sensazioni travolgenti. Gli attori descrivono una rappresentazione della società che è finalmente completa, che tiene conto di tutti, proprio tutti. Uomini che in passato abbiamo tenuto lontani, ingiustamente, ma che volevano unicamente superare quelle barriere invisibili che li trattenevano e li costringevano a una condizione che non era il riflesso della loro interiorità, in questa performance trovano finalmente spazio e voce, e questo non può che sciogliere anche i cuori più duri e invogliare a una più umana comprensione. Un unico filo, comunque, lega tutti gli attori, quello dell’inutilità. Uomini e donne ambigui e confusi, che si accomodano in un salotto tenuto in ordine da una sobria donna delle pulizie. Mario Borghi da voce a tutti i sentimenti inconsci dell’uomo, ansie, preoccupazioni e discorsi stereotipati della nostra società lasciando che i personaggi si muovano nelle strade strette e ripide della contemporaneità.
Ho nuotato tra le correnti impetuose del libro, rischiando di perdermi. Sono sceso nelle profondità dei suoi fondali, come farebbe un pescatore di perle. Per poi riemergere senza fiato. Ora che tutto è finito la vita sembra un mare tranquillo e navigabile, una strana trepidazione avvolge i miei giorni futuri.
L’autore riesce a penetrare nell’animo e nel cuore del lettore il quale con assoluta eleganza, riesce ad immedesimarsi nei pensieri dei personaggi. Il testo conserva atmosfere e luoghi vissuti da ogni uomo nella sua vita. Non vi è dubbio che la genialità semplice dell’autore, nel descrivere le sensazioni dell’animo, durerà più a lungo della bellezza delle parole che a volte sembra non siano state scritte.
Un opera piacevole e non facile da dimenticare, consigliata a tutti.

 

 

Ora “Sorridi”. E quando avrai un momento di smarrimento o indecisione, fermati, aspetta e senti il tuo cuore.
…a mia figlia Miriam con infinito amore…vito ditaranto.